Bornato, frazione franciacortina del comune di Cazzago San Martino (BS), prende il nome dal celto Bor (“sorgente”) per via delle numerose fonti d’acqua presenti nel suo territorio.
La cittadina offre ai suoi visitatori un ricco patrimonio storico-artistico:
Il Castello medioevale di Bornato
noto come “Villa Orlando”, ospita al suo interno l’omonima villa rinascimentale, cui fa da roccaforte. La storia narra che il castello, risalente al XIII secolo, fu ceduto nel 1562 ai Gandini (di cui riporta lo stemma all’ingresso), i quali edificarono al suo interno la splendida villa nobiliare, in cui sono custoditi diversi affreschi del Seicento e Settecento.
Il castello è circondato da una cortina muraria con merlature, torri circolari e muraglioni che custodiscono i due giardini ricchi di piante secolari, la cui posizione rialzata permette, nei giorni più limpidi, di scorgere anche gli Appennini.
Nelle antiche cantine, visitabili su richiesta, si produce inoltre da 800 anni il vino “Terre di Franciacorta”, prodotto in piccole quantità e imbottigliato solo nelle annate migliori per preservarne gli elevati livelli qualitativi.
Il castello di Bornato è anche teatro di una leggenda all’insegna del mistero: si narra infatti che, nelle notti di luna piena, sulla torre più alta si manifesti lo spettro di una donna che viveva nel palazzo, chiamata “Dama Bianca“, la quale, rimasta in attesa del marito partito per il fronte e mai tornato, apre e chiude le ante ed accende e spegne le luci del castello.
La Pieve di San Bartolomeo
dedicata al santo venerato dai viandanti e dai pellegrini, costituiva un punto di riferimento, non solo religioso, per la comunità di un ampio territorio compreso tra Bornato, Calino, Cazzago, Passirano, Monterotondo, Paderno e Ospitaletto. Con il passaggio dall’organizzazione pievana a quella parrocchiale, la Pieve divenne poi la chiesa di riferimento per i soli abitanti di Bornato. Al suo interno erano conservati due cicli di affreschi quattrocenteschi, oggi riposizionati per prevenirne la rovina.
La Chiesa Parrocchiale ospita i Quattro Evangelisti, originariamente posizionati nel primo sottarco della navata sinistra della Pieve e recuperati nel 1989.
Nella Chiesa Cimiteriale risiede invece l’opera del Maestro San Felice del Benaco raffigurante i Dodici Apostoli, proveniente dal secondo sottarco. A questi ultimi si aggiungono, a completamento della decorazione, l’Agnus Dei, la Madonna con il Bambino, Dio Padre benedicente e San Giulio emergente da un avello di serpi.
Il Cristo della Rumèlgia
prende il nome dal termine dialettale che indica il Bagolaro (o Celtis Australis), un albero frondoso della famiglia delle Ulmacee, nel cui tronco secolare è incisa la raffigurazione del volto di Cristo. L’intaglio, originariamente ad opera dello scultore Francesco Lorandi (1977) e sostituito nel 2001 da una scultura di Luigi Bormetti a causa del deterioramento dovuto a una malattia del legno, è diventato nel tempo un luogo di riferimento per la comunità, celebrato annualmente agli inizi di giugno con una festa della rimembranza e della venerazione.
Il Santuario della Madonna della Zucchella
nato come “santella”, nicchia cinquecentesca contenente dipinti murali di immagini sacre all’incrocio della via, fu trasformato in santuario per far fede ad un voto alla Madonna, la quale avrebbe preservato Bornato dai bombardamenti della guerra. Ancora oggi, ogni cinque anni ne vengono festeggiate le Solennità Quinquennali, durante le quali l’effigie viene spostata per un’intera settimana e celebrata con decorazioni di fiori di carta sparse per il paese (la prossima edizione sarà a Settembre 2015).
Franciacorta in Fiore
da non perdere, ogni anno a maggio,è infine la rassegna botanica di rose ed erbacee perenne, divenuta celebre con il passare degli anni per l’elevato valore qualitativo e le numerose attività collaterali che l’accompagnano, quali concorsi, premiazioni, convegni, dimostrazioni pratiche e presentazioni artistiche e letterarie tematiche.